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Kinesiologia per gli animali



Chi ha detto che solo gli esseri umani subiscono lo stress della vita quotidiana?

I nostri inseparabili amici purtroppo condividono gioie e dolori di una convivenza che rispetto al passato si è fatta più serrata, poiché in molti casi l'animale domestico trascorre la sua intera vita in appartamento.  Questo stretto contatto porta a far si che spesso somatizzi molte delle patologie sviluppate dal suo padrone. Ad esempio “Se in casa vi sono liti, il cane somatizza i disagi manifestandoli poi secondo dei codici comportamentali differenti. Appetito capriccioso, ansia da separazione o tendenza a dormire poco rappresentano degli indicatori etologici che riflettono un malessere dell’animale” sostiene ancora il Dott. Pecoraro, medico veterinario presso l’Ambulatorio Veterinario S.Chiara, a Palermo



Qualche tempo fa ho seguito il caso di un gatto soggetto a cistite. Il veterinario ha appurato che non c'era infezione batterica e peranto ha spiegato alla padrona che si trattava di cistite idiopatica felina, ossia una forma di somatizzazione dello stress. Quest'ultima, preoccupata dalla continua necessità di somministrare anti-infiammatori al suo animale e vedendolo particolarmente ansioso e territoriale, con il sonno agitato, si è rivolta a me per capire da dove provenisse tutto questo stress.

Ipotizzava si potesse trattare del gatto del vicino, che a differenza del suo, era libero di scorazzare per il quartiere e solitamente si piazzava sul davanzale della sua finestra e spiava il suo gatto tutto il giorno, cosa che per i gatti è evidentemente percepita come minaccia.



Come si è svolta la seduta: un esempio di Riequilibrio Kinesiologico


Per effettuare una seduta kinesiologica su un animale, ci si avvale del sostituto, che può essere ad esempio il padrone stesso, sul quale eseguo il test muscolare kinesiologico mentre lui rimane a contatto fisico con il suo amico a quattro zampe. Questa tecnica del sostituto è utile anche per trattare i bambini piccoli o gli infermi.



In kinesiologia è nota la correlazione tra determinati muscoli ed i meridiani della Medicina Tradizionale Cinese, pertanto testandoli, ossia percependo se sono tonici e stabili o al contrario ipotonici è possibile ottenere il cosiddetto "Diagramma dei Cinque Elementi" della Medicina Tradizionale Cinese, uno schema esplicativo della situazione di benessere del soggetto. Si tratta in altri termini di un'indagine energetica, che gli esperti in Medicina Cinese svolgono in modo diverso ("saggiando" determinati punti di agopuntura) ma che approda comunque al medesimo risultato.

Nel caso di questo gatto, il diagramma risultante è stato quello mostrato in figura. Chi è pratico di Medicina Cinese, noterà che, in ambito di Meridiani Jin, il Meridiano del Rene (Loggia dell'Acqua) stava "controllando" troppo il Meridiano del Cuore (Loggia del Fuoco). In gergo meno tecnico, nel Meridiano del Rene c'era eccesso di energia a discapito del Meridiano del Cuore. Ho corretto  la debolezza del muscolo sottoscapolare della padrona (ossia della muscolatura associata al Meridiano del Cuore) mediante le apposite tecniche riflesse Kinesiologiche, sempre mentre la padrona restava a contatto con il suo gatto, in modo che le mie correzioni agissero in realtà sul meridiano del gatto. In questo modo, ri-testando  ho appurato che tutte le carenze (simboli -) e gli eccessi di energia (simboli +) mostrati dal Diagramma dei Cinque Elementi si erano sistemate, tornando ad un rapporto equilibrato tra le varie Logge e relativi Meridiani. Un riequilibrio energetico con conseguente riflesso sul piano psico-emotivo e fisico.


Non mi sono tuttavia fermata a questo. Qual'era stata la causa di questo disequilibrio energetico, che sul piano fisico si palesava sotto forma di cistite?


La centralità del Meridiano del Cuore riconduce alla mancanza di calma emotiva, al sonno agitato, all'irrequietezza. Il Meridiano del Rene fa parte della Loggia dell'Acqua, a cui sono proprie le funzioni urinarie (Cistite) ma anche la forza vitale e sentimenti quali la paura e lo shock. Si poteva dunque ipotizzare che vi fosse un qualcosa che spaventava molto il gatto rendendolo conseguentemente ansioso e senza un attimo di pace.

Secondo passo: applicazione della tecnica Craniosacrale


Ho preso contatto con l'animale per praticare un ascolto craniosacrale. In questo modo ho percepito i suoi stati d'animo ed ho intuito che la povera creatura si sentiva molto preoccupata per la sua padrona: la notava ansiosa e con senso di panico nel cuore e ciò lo faceva sentire in pericolo, gli faceva mancare la terra da sotto i piedi (anzi pardon, le zampe).

Mentre continuavo ad applicare la tecnica di riequilibrio Craniosacrale, ho spiegato ciò alla persona, la quale dopo un attimo di riflessione ha confermato di trovarsi in un momento difficile della sua vita: stava apportando dei cambiamenti per diventare più indipendente e il nuovo assetto della sua vita lo spaventava. Si sentiva senza l'appoggio ed il sostegno morale a cui era abituata e non era certo di farcela da sola.

Dopo questa esplicazione, la mia percezione è variata: ora il gatto sembrava tanto stanco, anzi letteralmente esausto (Meridiano del Rene= forza vitale) per un peso ed una responsabilità che si sentiva imposta come una violenza, tanto era schiacciante e smisurata per lui che era solo un gatto.

Ciò mi ha indotto a chiedere alla padrona: "cos'è il tuo gatto per te? Cosa rappresenta?"

e lei mi ha risposto che in questa fase di solitudine e di disillusione nei confronti della affidabilità e durevolezza delle relazioni affettive, il suo gatto era l'unica fonte di amore nella quale ancora credeva.

E' frequente infatti sentire dire a certe persone che gli animali sono meglio delle persone.

La sera, quando rincasava dal lavoro, era il momento in cui si toglieva la maschera, ed un grande vuoto e senso di desolazione lo assaliva, così trovava conforto nel coccolare il suo gatto, a volte insistendo perché non scappasse.

Ho spiegato a questa persona che il suo gatto percepiva i suoi stati d'animo e sentiva quanta aspettativa di amore e consolazione lei nutrisse verso di lui, e per lui era troppo. Il gatto vedeva la sua padrona come "capo" che dovrebbe proteggerlo e percepirla invece così fragile e così continuamente volta a chiedere sostegno affettivo a lui, lo faceva sentire scoperto, in panico, sfinito da questo continuo doverla nutrire a suon di fusa. Pur tuttavia non si sottraeva, perché sentiva che lei aveva un disperato bisogno.

Quello che ho cercato di trasmettere alla proprietaria di questo animale è che un gatto è "solo" un gatto (stesso discorso lo avrei fatto se l'aspettativa affettiva questa persona l'avesse riversata su un'amico, un figlio o un compagno): in altri termini un'individuo solo non può sopperire interamente lui a tutto l'affetto che ci dovrebbero dare una pluralità di figure come amici, parenti stretti ed il partner. Possiamo fare l'analogia con una madre che si separa dal compagno e per consolarsi della delusione amorosa e della sua solitudine diventa una mamma chioccia iper-protettiva che fa dormire suo figlio nel lettone finché diventa ragazzo, per non sentire il letto vuoto, e che si ingelosisce quando suo figlio si trova la fidanzata.

E' tipico di noi umani cadere nell'errore inconscio di fare commistione di ruoli, con tutti gli effetti reconditi quanto nefasti che ne conseguono.



A quel punto la padrona del gatto si è commossa. "E' vero" ha concluso. Si è resa conto che non coccolava il suo gatto per esprimergli affetto, non ascoltava come stava mentre lo carezzava: piuttosto lo stringeva a se per suo bisogno, come rimedio contro quel terribile senso di solitudine che avvertiva, e questo andava avanti da tanto tempo ormai. "D'altronde lui è l'unica creatura di cui ancora mi fido." se la avesse delusa anche lui, pensava,davvero non le sarebbe rimasta nessuna figura affettiva.

Nel frattempo il gatto si era addormentato. Lo abbiamo percepito più tranquillo, come lo è un bambino dopo che si è fatto un gran pianto liberatorio.


A questa seduta ne è seguita una seconda poichè dopo un prim miglioramento, i sintomi erano ritornati. In questa seconda seduta siamo andati a rimuovere il trauma emotivo di un intervento chirurguco che il gatto aveva subito e conseguente convalescenza (degenza in clinica, collarino ad imbuto, medicine da assumere forzatamente...)  e da allora la cistite non si è più ripresentata ed il gatto appare tuttora molto più sereno ed equilibrato.

Conclusione

Oggi la padrona di questo animale sta lavorando su se stessa per riaprire il suo cuore agli altri, per ritrovare la fiducia negli esseri umani. E' un percorso faticoso, ma che sono certa, farà tanto bene sia a lei che al suo animale.