-->

Equilibrio tra dare e ricevere

Natale è alle porte, periodo nel quale, almeno in teoria, tutti ci sentiamo meglio disposti a dare, a donare e nel quale chi più chi meno, si ricevono regali da parenti ed amici.
Per stare in tema, propongo questa riflessione su qual'è il nostro personale rapporto con il dare e con il ricevere.
In genere ci si pone su questo aspetto per analizzare il grado di generosità. Molto meno spesso ci si  interroga su quanto siamo disposti a saper ricevere, compreso il saper chiedere aiuto o semplicemente ascolto.
Questo brano, tratto dal capitolo "Colpa ed innocenza nelle relazioni" del libro "Costellazioni familiari Aneddoti e brevi racconti" di Bert Hellingher, vuole dunque essere un invito a riflettere sulla nostra capacità di scambio, capacità che sta alla base di tutte le relazioni sociali. 

Il brano inizia con questo aneddoto:
"Un missionario che lavorava in Africa fu trasferito in un'altra regione. La mattina della partenza venne a trovarlo un uomo che aveva viaggiato molte ore per portargli un piccolo dono in denaro del valore di circa 30 centesimi.
Il missionario capì che l'uomo voleva ringraziarlo poichè quando era stato malato, egli si era recato più volte nel suo kraal per fargli visita. Ma sapeva anche che per l'uomo si trattava di una grossa somma, quindi fu fortemente tentato non solo di restituirgli il denaro, ma di aggiungerne dell'altro. Poi riflettè, accettò il denaro e lo ringraziò."


Il libro di Hellingher continua così:

"Quando riceviamo qualcosa da altri - per bello che possa essere - perdiamo la nostra indipendenza ed innocenza. Quando accettiamo, ci sentiamo obbligati verso il donatore e indebitati nei suoi confronti, avvertendo questo debito di malavoglia e come una pressione di cui tentiamo di liberarci donando a nostra volta. Non vi è ricevere che non abbia questo prezzo. Per contro avvertiamo la nostra posizione di creditori come un godimento, e lo avvertiamo con sollievo e senso di libertà per non essere obbligati a
nulla. Ci sentiamo a posto se non abbiamo ricevuto nulla o se dopo aver ricevuto abbiamo contraccambiato. Per raggiungere questa condizione di pace, o poterla mantenere, ci sono tre tipi di atteggiamenti caratteristici.

La rinuncia
Il primo modo è quello di coloro che desiderano mantenere la propria 'innocenza' rifiutandosi di partecipare. Preferiscono chiudersi, non ricevere ne dare. [...] In questo modo però vivono con scarso impegno e coinvolgimento, rimangono nella mediocrità e nella solitudine e di conseguenza si sentono vuoti ed insoddisfatti.

La sindrome del benefattore
Un secondo modo di mantenere la propria 'innocenza' è quello di sentirsi perennemente in credito con gli altri, dando sempre più di quanto si riceve. [...] Si tratta di un atteggiamento frequente negli idealisti [...]. Anche questa modalità, come la precedente, non aiuta ad avere buone relazioni. Chi preferisce sempre soltanto dare si mantiene in uno stato di superiorità, non c'è equilibrio e gli altri prima o poi si allontaneranno offesi nella loro dignità.

Lo scambio
Il terzo modo, il più bello, è il sollievo avvertito dopo uno scambio, quando abbiamo sia ricevuto, sia dato. Uno scambio modesto tra il dare ed il ricevere comporta una modesta sensazione di benessere, quello
importante invece arricchisce, accompagnato com'è da sentimenti di abbondanza e felicità, felicità non regalata ma costruita. Nel caso di uno scambio importante si avrà un senso di sollievo e libertà, di giustizia e
pace. Fra tutte le possibilità di sentire 'l'innocenza', questa è senza dubbio la più liberatoria e che consente di essere soddisfatti e completi."

Aggiungerei, per il secondo caso, ossia quello della "sindrome da benefattore", che non solo chi si pone in questo modo rischia di finire per offendere il prossimo: la conseguenza potrebbe anche essere quella di circondarsi di persone che finiscono per diventare "viziate", per dare per scontato ciò che ricevono. Lo scambio, infatti, mantiene viva la percezione del valore di ciò che riceviamo.
  • In quale dei tre modi ti identifichi? 
  • E se hai individuato quale, secondo te, cosa ti  ha portato a tale modalità? Educazione? Esperienze di vita? 
  • Se la tua modalità non è la terza, cioè quella dello scambio equilibrato tra il dare ed il ricevere, desideresti passare a quest'ultima? 
  • Pensi che cambiare il proprio rapporto con il dare e ricevere sia possibile? In che modo?
Ti invito a postare di seguito le tue riflessioni. In articoli futuri vedremo come la Kinesiologia possa essere una via per prendere consapevolezza del proprio modo di porsi verso gli altri e come offra strumenti utili a cambiare atteggiamento al fine di migliorare la qualità della nostra vita. Se vuoi approfondire questa tematica, contattami.