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La terminologia consentita agli operatori


Su questo blog si è tentato a più riprese di definire qual'è il confine tra professione medica e metodologia bio-naturale. Abbiamo visto che attualmente in Italia vi è un vuoto normativo che genera grande confusione. Un modo che un operatore olistico deve seguire per tutelarsi (e a cui un cliente deve far caso nella scelta di un professionista serio) è la terminologia da usare:

Cosa NON può fare l'operatore in metodologie bio-naturali
(perchè appannaggio esclusivo della professione medica)
Cosa fa l'operatore in metodologie bio-naturali
Cura, guarisceRisolve, riequilibra
Segue pazientiSegue clienti
DiagnosticaRiscontra, determina, osserva
Visiona cartelle cliniche ed esiti esami mediciSi fa raccontare dal cliente come si sente (non per determinrne lo stato di salute ma solo il livello di benessere)
PrescriveConsiglia, effettua consulenza (mai in contrasto con le disposizioni del medico e comunque non consiglia mai farmaci ne diete alimentari)
Effettua massaggi e manipolazioni fisiche a scopo terapeuticoSolo se fisioterapista o altro titolo di studio specificamente abilitato dall'ASL

Quindi agli operatori olistici è vietato definirsi "terapeuti" (nonostante sia molto diffuso il termine "terapeuta olistico") e tantomeno è consigliabile dichiarare di svolgere "terapia alternativa", ma semmai "tecniche complementari". Per meglio tutelarsi sarebbe opportuno addirittura definire le metodologie specifiche evitando che contengano la parola "terapia" (ad esempio invece che definirsi "floriterapeuti" meglio "consulente in fiori di Bach".
Può sembrare paranoia, ma avete letto la sentenza della Corte di Cassazione di marzo 2012? Quando non c'è chiarezza sui confini tra cosa è appannaggio della classe medica e cosa no, meglio seguire la strada del rigore (oppure emigrare in stati più evoluti in tali settori).

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I termini che gli operatori del settore olistico non dovrebbero utilizzare (shenplanet.net)